Lucia Nardelli

 

1948 Nasce a Bolzano.
Vive e lavora a Bolzano in via Mendola 104 e Tires (BZ)
Studio artistico: 39100 Bolzano: via Mendola 104/A e 39100 Bolzano, via Weggenstein, 3.
Cell.: (+39) 338 999 8599
Email: Info@lucianardelli.it

 

1986 Dal 1986 è iscritta all’Associazione degli Artisti della provincia autonoma di Bolzano.

Formazione artistica
1973/1976
Diploma professionale di “design”.
1977/1988 Corsi artistici di nudo, acquarello, grafica, litografia, tecniche di grafica sperimentale, ceramica e pittura su stoffa.
1990/1996 Adesione al gruppo di grafici “GRUPPO 90” sotto la direzione di Rina Riva.
2009/2010/2011/2012/2013/2014/2015 Aggiornamento su tecniche xilografiche in Germania con il Prof. Jo Bukowski


NOTE CRITICHE

Prof. Bruno Bandini, critico d’arte, Ravenna 2011

Paul Valéry amava l’incisione, perché riteneva che in essa si manifestasse nel modo più compiuto la “chance”, l’opportunità che la pratica artistica poteva restituire al piacere della nostra vista.
Le incisioni di *Lucia Nardelli* sembrano rispondere in modo coerente alla passione del grande poeta francese.
In primo luogo, perché la tecnica che viene impiegata – sarebbe meglio dire le tecniche – dimostra come l’incisione d’arte sia un universo insondabile, estremamente ricco e capace di infinite varianti. L’incisione è davvero una chance per partorire immagini sorprendenti anche solo in relazione ai processi di riproducibilità.
In secondo luogo, perché all’artista interessa il gioco di composizione delle forme che, per una volta, vengono analizzate come segno autonomo, svincolato dal ricorso ad un significato che può valere solo nella fruizione che noi ne abbiamo.
Insomma, consegnarsi alla piacevolezza del possesso di una tecnica è poca cosa: la cosa piacevole – dal punto di vista creativo – è quello di allargare il campo da gioco, di torcere la potenza di una procedura per
farla rivivere secondo declinazioni sempre differenti. Senza chiedersi se l’allargamento del campo ha mutato il gioco stesso.
In una “sura” del Corano è scritto che non sempre il tragitto migliore per congiungere due punti è una linea retta: a volte è necessario concedersi il piacere dell’arabesco.

Paul Valery liebte die Gravierung, weil er glaubte, dass sich darin die „Chance“ in der vollkommensten Art manifestieren würde, die Gelegenheit für die künstlerische Praktik, in den Genuss unserer Sicht zurückzukehren. Lucia Nardelli’s Gravierungen scheinen der Leidenschaft des großen französischen Dichters konsequent nachzukommen. Erstens, weil die eingesetzte Technik – oder besser gesagt, die Techniken – ein unergründliches Universum der künstlerischen Gravierung bezeugen, sehr vielfältig und reich an unendlichen Variationen. Die Gravierung ist wirklich eine Chance, beeindruckende Bilder herzustellen, auch nur in Bezug auf die Prozesse der Vervielfältigung.

Zweitens, weil der Künstlerin das Spiel der Komposition der Formen interessiert, welche für einmal als selbstbestimmendes Zeichen analysiert werden, befreit von der Verwendung einer Bedeutung, die nur von uns genossen werden kann.

In anderen Worten, das Vergnügen, eine besondere Technik zu beherrschen, reicht nicht aus: das Schöne daran - vom kreativen Standpunkt aus - ist es, das Spielfeld zu erweitern, die Kraft eines Verfahrens so zu wenden, um sie immer wieder in verschiedenen Variationen leben zu lassen. Ohne sich zu fragen, ob die Ausdehnung des Feldes das Spiel an sich verändert hat.

In einer „Sure“ des Korans steht geschrieben, dass nicht immer die gerade Linie die beste Route, um zwei Punkte zu verbinden, sei: manchmal ist es notwendig, das Vergnügen der Arabeske zu genießen.


Prof. Mario Cossali, critico d’arte, Isera/Trento, 2009

Lucia Nardelli procede ormai da tempo con convinzione nel suo impegno pittorico che presuppone una concezione rigorosa del fare arte, secondo la quale il fare artigianale ha sempre una stretta correlazione con la creatività e con la visione propriamente artistica.
In particolare in questa mostra personale, sintesi estrema del suo lavoro recente e distillato di un lungo corpo a corpo con il fantasma imprevedibile del calco, segue un filo conduttore esigente, che si può sintetizzare nell’impresa di spremere dal legno e dal linoleum il segno ed il disegno, affidando poi alla forza del colore ad olio il compito di costruire l’immagine in tutta la sua tensione significante e nel suo significato linguistico/espressivo.
Si tratta di un matrimonio tra incisione e pittura, che riesce a colmare quelli che potremmo rozzamente indicare come “i vuoti” dell’incisione e nello stesso tempo a sostenere strutturalmente l’elaborazione pittorica, costringendola amorosamente dentro “i limiti” di una potente architettura.
Il risultato è quello che si può vedere: composizioni ibridate da un diffuso e felice soffio poetico, che spingono comunque lo sguardo a seguire un percorso, a ricostruire in qualche modo l’immagine partecipando così ex post al lavoro dell’artista ed è qui che Lucia Nardelli gioca il meglio della sua scommessa creativa.


Prof. Mario Cossali, critico d’arte, Isera/Trento, dicembre 2008

Lucia Nardelli è il trionfo dell’espressione grafica, ma non è una grafica, è una pittrice, che ci dà una sorta di racconto, un racconto che vive di emozioni trovate non solo attraverso il segno, ma anche attraverso l’accostamento di felicissimi e difficilissimi colori.


Dott.ssa Giorgia Marotta, Bolzano 2005

Tracce visive dell’identità di Lucia Nardelli
Tra artista, osservatore e opera d’arte intercorrono una serie di relazioni impercettibili a volte sospese in un limbo quasi impossibile da decifrare. Il significato dell’opera in sé subisce una serie di metamorfosi a seconda del fruitore: le forme rappresentate mutano al mutare dello spettatore. E’ l’esperienza, il bagaglio culturale e la sensibilità di ogni singolo osservatore che muta la percezione del costrutto artistico. E’ dunque compito dell’artista creare un suo segno una sua impronta che sia in grado di distinguerlo dalla massa e di identificarlo attraverso il tempo e le evoluzioni della tecnica e delle idee artistiche.
Le grafiche di Lucia Nardelli si esprimono attraverso un linguaggio proprio, costante, dove le figure rappresentate sono caratterizzate da forme riconoscibili che giocano moltissimo sul contrasto tra finito e non finito, tra percettibile e impercettibile, tra manifesto e celato. E’ l’osservatore a delineare le immagini rappresentate e indefinite attraverso il colore. Questo identifica le opere con ciò che ha visto e riconosce nel riflesso delle figure della Nardelli ciò che sente ed ha percepito. La matrice ed il colore diventano il vettore di una visione personale di percorsi lontani e di richiamo a una natura prossima alla quotidianità.
Lucia Nardelli riesce, grazie a un sapiente uso del colore e ai delicati, ma concreti e definiti accostamenti tonali, a creare un linguaggio proprio che sviluppa una rete di figure retoriche in grado di innescare sinapsi e sinestesie che incontrano e si scontrano con la visione dell’osservatore. Le incisioni dell’artista diventano la quinta scenografica per paesaggi di una dimensione onirica, legata alla sfera del ricordo. Il pensiero, l’idea di Lucia Nardelli diventa il punto di partenza per la creazione del processo cognitivo del fruitore che ne riconosce le forme e le fa proprie, snaturandole e ricreandole visivamente a modo proprio.
I tratti decisi e definiti che scandiscono la matrice, la testura cromatica e quell’identità sospesa delle figure conferiscono alle opere della Nardelli una forza artistica nuova in costante evoluzione che muove dalle visioni e dalle sensazioni di una verità in costante metamorfosi.


Severino Perelda, giornalista critico d’arte, Bolzano 2009

Forme in estensione, che si proiettano oltre il perimetro dell’opera e assecondano un progetto creativo maturato durante una lunga esperienza grafico-artistica. Sono quelle di Lucia Nardelli, la cui dimensione espressiva si espande ed esce dai limiti consueti, divenuti sempre più stretti, del “quadro”.
Le composizioni, già animate da un fluire ondivago di masse cromatiche articolate tre le larghe trame di segni e contorni – quasi un tessuto elastico sospinto da una corrente di irrequietezza perenne – si irradiano, fuoriescono e trovano continuazione e supporto nelle pareti della galleria. L’opera si amplia e coinvolge lo spazio che la ospita: trova complicità nel contenitore in cui è inserita , rendendola parte di essa. Circa quindici lavori recenti dell’artista bolzanina, linoleum e xilografie stampate con colore ad olio, sono in questi giorni esposti presso la Galleria dell’Associazione Artisti in piazza Domenicani. L’opera di Lucia Nardelli nasce da un’idea essenzialmente pittorica , articolata da forme astratte in tensione tra loro, in cui le alternanze tra segno e colore, gli spessori quasi plastici, le dimensionalità ed i valori cromatici vengono affidata ad un processo completamente grafico. Un linguaggio esclusivo, attraverso il quale Lucia comunica da molto tempo, affinando metodicamente i suoi interventi e sperimentando alchimie sempre più avanzate. Natura e metodo dell’artista, sono quelli dell’incisore e Lucia, dopo aver “scritto” pagine e capitoli ed averli sigillati nella stampa ed appesi, ha deciso di “violare” la parete, divenuta , troppo asettica oltre il quadro. Così, pur rimanendo opera grafica, diventa quasi installazione ed interagisce con l’ambiente a tutti gli effetti. Un tutt’uno equilibrato, che prolifera, si estende in una nuova dimensione e segna l’identità di un’artista matura e consapevole, coerente nella personalità e nei metodi; che non si ferma su traguardi ancorchè pregevoli, rassicuranti e di tutto rispetto, carburata dall’entusiasmo di una gratificante ricerca.


Severino Perelda, giornalista critico d’arte, Bolzano 2005

……….La sua espressione astratta è libera da schemi. Le masse, fluttuanti, sono modulate nel peso cromatico e sembrano sequenze di immagini in movimento, come in balia di una corrente che ne muta continuamente le forme. Un tessuto variopinto che si scuce e si ricuce, senza mai strapparsi, tenuto insieme da fili, ora visibili, ora invisibili, che ne compongono la trama. Masse dinamiche, dunque, equilibrate tra toni morbidi e toni accesi, pieni e vuoti impressi sulla carta, animate da tratti leggeri: ora tiranti in tensione, ora morbide scie che uniscono e disgiungono i diversi spessori della composizione.


Luciano De Carli, Levico Terme (Trento), 2001

Paesaggi accennati; tratteggiati; appoggiati alla carta che li sostiene. Composizioni molto moderne che creano atmosfera.


Pedro Fiori, Milano/Mailand 2000

…In Lucia Nardelli (anche pittrice) l’”atmosfera del silenzio”, tipica delle sue opere, nasce dall’intreccio della fitta linearità che si espande nello spazio. In una recente serie di incisioni conduce la sua segnicità metaforica verso una rappresentazione che, simbolicamente, fonde il figurale con l’astrattizzante. E’come un “labirinto di tracce” sottile, libero, di profonda suggestione…In Lucia Nardelli (auch Malerin) entsteht die “ Atmosphäre der Stille” typische Eigenschaft all’ ihrer Werke, aus dem dichten Liniengeflecht, welches sich auf del Fläche ausbreitet. In einer jüngsten Serie ihrer Grafiken führt sie ihre metamorphische Zeichenhaftigkeit in die Richtung einer Darstellung die symbolisch das Figurale mit dem Abstrakten vereint. Es scheint ein „Spurenlabyrinth“ zu sein, dünn, ungebunden, von tiefer Betroffenheit......


Ferruccio Righi, Bolzano 1997

Lucia Nardelli è da tempo impegnata nei territori della grafica di ricerca. Le sue opere riflettono pensieri e spazi frutto di lunghe metamorfosi di sperimentazioni, di indagini tra colori di stile e capacità operativa. Esse hanno la prerogativa di accompagnarci entro mondi segreti, dimore carezzevoli, finestre ricamate tra folle di fili dove segni e colori evocano sogni e la capacità di comunicare sensazioni delicate, raffinate spesse avvincenti.


Eva Gratl, Bozen 1994

Abstrakte Bildwelt aus Linien und Strichen.

Auf den ersten Blick scheint auf den Bildern von Lucia Nardelli nichts Konkretes erkennbar. Es sind Linien, Wellen, die sich auf und Abwärts bewegen. Striche, die eine Eigendynamik anzunehmen scheinen,. Fäden, die sich oft ganz zart über das Blatt bewegen. Die in Bozen lebende Künstlerin geht in ihren Arbeiten behutsam vor. Farbe spielt selten die Hauptrolle, insgesamt leben die Arbeiten von der Motorik des Striches. Diese Linien bilden ganze Strichbündel, können aber auch nur lose über das Blatt schweben, gleich Spinnwebfäden, ohne sichtbares Konzept. Sie bilden da und dort ein undurchdringbares Netz, ein gewobenes Muster, das irgendwo auf dem Blatt auszulaufen scheint. Dabei lassen sich klare Trennungen zwischen Bewegung und Ruhe feststellen. Energetischen Strudeln von rhythmisch kreisenden Strichen folgen wellenartige, sanfte Linienverläufe. Oft sind es Netzwerke, die sich subtilen Graustufen über das Format ausbreiten. Nervöse Vergitterungen, feine Lineamente bilden so auch ein Rechteckmuster, genau getrennt von wellenartigen Ornamenten. So hat man den Eindruck einer gewissen Grundkonzeption, immer wieder aber durchbrochen von jeweiligen Zuständen und Zwischenergebnissen: Bilder, wo vieles dem Zufall überlassen ist. So scheint Lucia Nardelli in vielen Bildern eine Suchende zu sein, die der Bewegung ihrer Hand freien Lauf lässt. Manchmal verarbeitet sie ihre Linien zu phantastischen blumenartigen Gebilden, die sich blasenartig verdichten, so als ob sie die wandelnden Möglichkeiten ihres Striche auskosten würde. Obwohl sie verhaltene Farben bevorzugt – grau, weiß, sanftes Rot und Braun, gibt es auch nur ganz weiße Arbeiten- Sie sind von allen die zartesten, denn die weiße Fläche wird hier nur von bizarren Mustern belebt. Sie muten wie Eisblumen an einem Winterfenster an. Hier ist die Künstlerin ganz Minimalistin, der Betrachter benötigt Zeit, sein Auge an das Spiel von Weiß in Weiß zu gewöhnen. Manchmal scheinen die Arbeiten Details zu sein, ein Stück verwitterte Wand, oder aber Zellen, unter Mikroskop betrachtet. Auffallend ist auch hier die Farbkomposition, die sich auf wenige Töne beschränkt.

Lucia Nardelli ist in ihren Arbeiten, in denen Linie und Form die Hauptrolle spielen, eine Künstlerin, die sich auf kontemplative, rituelle Zeichen beschränkt und insgesamt jedes geometrische Regelwerk vermeidet. Es sind leise Bilder, in denen es um ein kontemplatives Seherlebnis geht.

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