Loris Cavallari
Nato a Bolzano nel 1961
Residente a Bolzano in via Torino 7
Cell.: (+39) 329 2371576
Sito: www.loriscavallari.it - Email: loris.cavallari@gmail.com
RIFERIMENTI UFFICIALI
Discendente da una famiglia d’artisti, nasce a Bolzano nel 1961.
Si diploma geometra nel 1980 presso l’Istituto per geometri A.P.Delai di Bolzano, nel 1981 lavorare nello Studio dell’ingegnere Guido Leitempergher e dell’architetto Franco Leitempergher nel 1982 e 1983 studia disegno e grafica presso Associazione degli artisti di Bolzano con Rina Riva e Peter Pellegrini, nel 1985 apprende la tecnica dell’assemblaggio di vetrate dall’artista Eliana Ferrari, nel 1989 realizza due vetrate per il monastero del “Divin Lavoratore” di Modena, nel 1988/89 lavora con May Hofer apprende la tecnica dello smalto a fuoco su metallo, nel 1992 realizza otto icone a smalto cloissoné per il battistero della chiesa San PioX di Bolzano. Ha esposto in numerose città italiane ed europee.
Vive e lavora a Bolzano
NOTE CRITICHE
Dott. Elena Bini
Museion Bolzano
Loris Cavallari nasce a Bolzano nel 1961 da una famiglia di artisti.
Dopo una prima fase da autodidatta iniziata nel 1984 in cui, sperimentando diverse tecniche e diversi materiali, è affascinato dalla manualità e fisicità sottointesa al lavoro del pittore, si perfeziona sotto la guida dell’artista May Ottawa, da cui apprende l’arte dello smalto.
(May Ottawa Hofer moglie dell’artista Anton Hofer, artista polacca, bolzanina d'adozione nata a Chybi, presso Cracovia, l'8 settembre 1896 diplomata all'Accademia per le Arti Applicate di Vienna dove ha segue i corsi di Adele von Starke per gli smalti)
Durante il suo percorso artistico sono molte le tematiche e le suggestioni che lo hanno affascinato: le pennellate lineari, delicate e decorative dell’estetica Jugendstil, la simbologia e l’iconografia dell’arte sacra con la produzione di icone figurative ed astratte, la vita moderna e quotidiana con alcuni riferimenti alla Pop-Art.
Tutte queste suggestioni s’incontrano e si scontrano nella sua recente produzione pittorica.
Sulle sue tele Cavallari riesce infatti a fondere l’infinito e caotico magma della visione quotidiana, bombardata dai mass-media, con l’imperscrutabile percezione emotiva e con quella difficilmente definibile dell’inconscio umano.
Ed ecco che elementi figurativi (visi, oggetti, personaggi) si legano armoniosamente ad immagini astratte, riuscendo così, anche grazie all’utilizzo di una tecnica pittorica innovativa, a cogliere e fissare attimi di vita quotidiana e scenari di vita interiore.
I colori accesi e vivaci, talvolta stesi con pennellate corpose e materiche scandiscono il ritmo di questo racconto: che risulta a volte rapido e veloce, lento e misterioso, oppure intrigante e passionale.
Dott. Enrica Torelli Landini
Enrica Torelli Landini, docente di Archeologia Industriale presso la Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali di Roma, è membro del Comitato Scientifico del Museo Laboratorio dall'A. A. 1996-97.
Il “Rizoma” caro all’artista, è la radice del fiore Iris, secondo il termine adottato dai filosofi Deleuze e Guattari per indicare una radice senza centro, ma a più nodi e con questa immagine prefigurano l’avvento di una società ‘in rete’ 1
Altro elemento che connota la ricerca del pittore bolzanino è la cristallizzazione dell’effimero (e anche in questo caso, credo, intervenga il pensiero dei filosofi francesi Deleuze e Guattari).
Operando sulle ombre, la televisione e la fotografia hanno definitivamente trasformato il doppio proiettato, in oggetto. Hanno creato cristallizzazioni di attività umane, di marche e di nature, riuscendo a smerciare qualsiasi prodotto. Non meraviglia quindi che ancor oggi, soprattutto per l’avvento della tecnologia più avanzata, alcuni artisti siano ancora affascinati dalla oggettualizzazione delle volatili immagini di consumo.
Se per Andy Warhol l’arte si era trasformata in una tecnica di controllo nei ritratti spettrali della collettività, oggi la superficie, quale continuum percettivo in movimento, e l’epidermide degli schermi mass-mediali, sono divenute la nuova corteccia degli oggetti-immagini. Una corteccia che si fonde-confonde e dove l’artista prova e riprova ad immergersi, cercando di interpretarne il fascino ed immettendo in questa operazione una buona dose di poesia.
Dott. Rebecca Cavallari
dottoressa in comunicazione didattica dell’arte
“RHIZOMATIC VERNETZT “
L’esposizione, dal titolo rhizomatic vernetzt, presenterà un allestimento pensato e realizzato dall’artista insieme allo sales manager Klauser Ernst, dove troverà spazio l’idea di fondo del “rizoma”, caro all’artista. Rizoma è la radice del fiore Iris ed è il termine adottato dai due filosofi francesi Deleuze e Guattarì per chiamare il loro sistema filosofico. Nella loro opera “Rizoma” scritta negli anni 70, si prefigura l'avvento di una società-rete, in cui la comunicazione e i meccanismi della cultura e del potere viaggiano per "radici rizomatiche" piuttosto che secondo modelli piramidali, presagendo così di quasi trent'anni l'avvento di Internet. Il rizoma, inteso come radice, non ha un centro identificabile, ma piuttosto ha dei nodi che creano nuove vite e nuovi nodi: i due filosofi introducono il termine rizoma per descrivere la teoria e la ricerca che permettono interpretazioni e rappresentazioni multiple, non gerarchiche, e sempre in evoluzione proponendo il concetto di “faccializazione”. Questa è la modalità di funzione della rete, da qui la parola “vernetzt” che in tedesco significa appunto “in rete”.
In rhizomatic vernetzt si crea un forte legame tra pittura, danza e design. Tre linguaggi artistici differenti s’incontrano, s’intrecciano e vanno a formare una rete, un unico linguaggio. Come un ballerino in movimento, così Cavallari cerca di rimanere in equilibrio tra l’innumerevole quantità d’immagini che ci circondano, divenute talmente importanti da riuscire a condizionarci. Considera la sua arte un modo per fissare frammenti di vita quotidiana filtrati anche attraverso i mass media, la pubblicità, la moda. La sua pittura ci racconta un mondo fatto di figure, di volti, di oggetti , di dettagli reali o soltanto pensati o sognati che incontrandosi e fondendosi prendono nuovamente vita.
Dott. Rebecca Cavallari
„RHIZOMATIC VERNETZT“
Die Ausstellung, die den Titel „rhizomatic vernetzt“ trägt, zeigt eine Zusammenarbeit des Künstlers mit dem sales manager Ernst Klauser, und kreist weitgehend um das Thema „rizoma“, um das Wurzelgewirr. Der Begriff wurde geprägt von zwei französischen Philosophen, welche sich von den Wurzeln der Iris inspiriert sahen. In ihrem in den 70er Jahren erschienen Werk zeichnen sie das Modell einer Gesellschaft und Kultur, deren Hierarchie nicht wie eine Pyramide strukturiert ist, sondern vielmehr den Verästelungen eines Wurzelstockes ähnelt, einem Netz, bei dem der eigentliche Kern, das Zentrum, nicht mehr ausgemacht werden kann. Viel wichtiger erscheinen die Astgabeln selbst, die in neue Richtungen und zu wieder neuen Knotenpunkten weisen. Kernaussage des Werkes ist das Konzept der „Sichtbarmachung“, kein hierarchischer Aufbau, sondern eine Vernetzung von gleichberechtigten Gliedern. In diesem Zusammenhang ist auch der zweite Teil des Titels der Ausstellung zu verstehen.
In den Werken der Ausstellung treffen sich 3 Künste in einem ausdrucksstarken Konglomerat. Cavallari sieht sich als Tänzer, der das Gleichgewicht zwischen den zahlreichen Eindrücken zu halten sucht; Eindrücke, die gelegentlich drohen, uns zu überrollen. Er sieht seine Kunst als eine Möglichkeit, Fragmente des täglichen Lebens festzuhalten, welches sowohl in den Medien, der Werbung als auch in der Mode zu ertrinken droht. Seine Kunst erzählt uns aus einer Welt von Figuren, Gesichtern, von Dingen, von realen, erträumten oder erdachten Ausschnitten, die in den Bildern einer neuen Welt Leben einhauchen.
Dott. Bini Elena
“MANNEQUIN“
Moda e arte, design e pittura, un incontro spontaneo e naturale per l’artista Loris Cavallari che da sempre considera la sua arte un modo per fissare frammenti di vita quotidiana filtrati anche attraverso i mass media, la pubblicità, la moda. Le sue tele raccontano di un mondo fatto di figure, di visi, di profili, di oggetti sia tratti da cronache quotidiane ma anche pensati o sognati che incontrandosi e fondendosi si animano vicendevolmente.Ed è il “manichino” il Leitmotiv della mostra, un oggetto dalle fattezze umane, inanimato, tipico dei circuiti commerciali ed espositivi spesso utilizzato dai pittori per raccontare silenti storie di uomini.
Loris Cavallari, infatti, come un abile burattinaio, restituisce la vita ai suoi “manichini”, che lentamente diventano personaggi, i protagonisti silenziosi di un mondo vitale sia reale che immaginario, in cui ciascuno di noi può diventare il regista. I suoi quadri sono fatti per essere esplorati, scrutati, indagati anche nei particolari perché come – in una scenografia – nulla è inserito casualmente, ma ciascun elemento comunica con l’altro e con l’esterno creando un’efficace armonia d’insieme impreziosita dall’uso vivace e luminoso dei colori.
Severino Perelda
“ARTERILIEVI”
Alto Adige 01.06.2010
Anche in un mondo proteso verso la realtà virtuale, i percorsi esistenziali restano tappezzati di immagini reali che nell’ideazione artistica conservano un ruolo sempre importante. Possono essere figure più o meno riconoscibili, segni più o meno incisivi, macchie colorate più o meno informi. Tante, le soluzioni espressive e tutte rivolte ad una narrazione sempre più tridimensionale. La libertà gestuale di un artista, quando manifesta incondizionatamente i propri umori, può evocare inconsciamente sensazioni remote o ataviche, oppure quotidiane. Loris Cavallari, così esprime la sua percezione della realtà mentre scorre; e lo fa avvalendosi di molteplici tecniche particolari acquisite nel tempo con maestri di livello come Peter Pellegrini per la pittura, Rina Riva per la grafica e May Hofer per le tecniche di smalto. Anni di ricerca lo hanno portato a modulare linguaggi e registri diversi, passando dall’astrazione alla figurazione, ad un linguaggio che definiremo postmoderno, anzi post-strutturalista.
Usa materiali vari e dissimili: la fotografia ad esempio, trattata in collage, l’olio in forma materia, lo smalto in varie densità e spessori, il metallo in forma segnica e organica. Cavallari lavora su più livelli nella stessa opera, trovando soluzioni intese a dare evidenza tridimensionale; ed è appunto interessante come riesca a gestire materiali così eterogenei anche sotto il profilo estetico e ad assemblare in articolazioni, pattern, ombre portate, trasparenze, tutte coerenti con un pensiero filosofico che evoca una complessità di riflessioni in relazione tra loro. Un gioco, anche. Sempre coinvolgente, tra significanti e significati, s’inoltra tra supporti lievi, sostenuti da velature cromatiche e contrappunti matrici, presenze e posture umane quasi tratte da un sogno. La sostanzialità materia sconfina nella virtualità; e tornano momenti, situazioni più o meno rarefatte, memorie, aspirazioni, speranze.
ARTRIBUNE Messaggero
“MultitaskingARTexpò”
GALLERIA DELL'ASSOCIAZIONE ARTISTI
piazza Domenicani 25
Loris Cavallari utilizza molte tecniche pittoriche e artistiche secondo l’effetto che vuole ottenere senza privilegiarne alcuna: acquarelli su carta, encausti su paste alte con inserimenti di ready-made, smalti a fuoco su lamina di rame applicati su plexiglass, stoffe, frammenti di vetro colorato.